Promuovere reti e circuiti di ospitalità sostenibile in Valle d’Aosta, valorizzare le attrattive dei territori meno conosciuti, ma anche contribuire ad aumentare il reddito delle piccole aziende agricole, differenziandone le attività in ambito turistico: è questa la prospettiva di lavoro del nuovo Gruppo di Azione Locale (GAL) della Valle d’Aosta, il primo unico per tutto il territorio regionale, ed insediatosi a febbraio dopo un ampio e concertato lavoro preparatorio che ha coinvolto portatori d’interesse pubblici e privati
Pubblico qui di seguito, alcune riflessioni sul GAL Valle d’Aosta, da me riordinate per renderlo meno documento tecnico ma più leggibile.
Martedì 14 febbraio 2017 si è tenuta la prima Assemblea dei soci del nuovo GAL, alla quale hanno preso parte i rappresentanti di 72 Comuni valdostani, CELVA, Chambre valdôtaine des entreprises et des activités libérales, ADAVA, Coldiretti, AREV, Confcommercio, Confindustria, CNA Valle d’Aosta, VIVAL e Fédération des Cooperatives; all’ordine del giorno c’era l’elezione del Comitato direttivo, ovvero l’organo decisionale dell’associazione, composto da membri di parte pubblica e di parte privata. Per la parte pubblica sono stati rispettivamente eletti Giovanni Barocco, rappresentante del CELVA e Jeannette Grosjacques, per la Chambre valdôtaine des entreprises et des activités libérales. Tra i rappresentanti di parte privata sono stati eletti Filippo Gérard per l’ADAVA, Edi Henriet per l’AREV ed Erik Verraz per Coldiretti Valle d’Aosta.
D: Gli impegni sul tavolo del primo GAL unico per tutta la Valle d’Aosta sono numerosi, ma accomunati da un fil rouge: dare nuove opportunità di lavoro e sviluppo ad un’area alpina peculiare come la Valle d’Aosta. Ci spiega che cosa significa?
R: Siamo partiti da una constatazione: i comuni delle aree rurali, negli ultimi anni, hanno subìto il progressivo invecchiamento e la diminuzione della popolazione, il decrescere dei servizi essenziali, nonché una contrazione delle aziende sul territorio. Lasciate sole, le amministrazioni locali non sono di grado di fare fronte a questa situazione. A fronte di questa precisa istanza, individuata come Sindaci, ci siamo impegnati nella costituzione del primo GAL unico regionale; in particolare, abbiamo voluto fare sistema cogliendo l’opportunità del bando di selezione indetto dalla Regione nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Valle d’Aosta 2014/2020. Per questo ci siamo associati con partner pubblici e privati, descrivendo le nostre priorità attorno a una strategia tutta incentrata sul turismo sostenibile. Il documento che la racconta e approfondisce si chiama « Une Vallée d’Aoste à soutenir et découvrir en réseau », e – opportunamente declinata – sarà la nostra guida per i prossimi 5 anni. Inoltre la concentrazione del budget su un’unica tematica permette di ipotizzare una gestione più efficace delle risorse disponibili, pari a 7,7 milioni di euro e al 5% complessivo del PSR, orientandole a obiettivi e risultati precisi, ma anche garantendo ampie ricadute sull’intero territorio valdostano.
D: Come è stata articolato questo impegno di lavoro? Avete preso spunto da impegni precedenti, oppure articolato un nuovo progetto…
R: Ci siamo concentrati sul turismo sostenibile dopo una puntuale analisi del contesto e dei fabbisogni del nostro territorio. In fase di candidatura del nuovo GAL, 73 Comuni su 74 (l’amministrazione di Aosta non era intesa come area rurale) sono stati chiamati a manifestare il proprio interesse rispetto agli ambiti tematici su cui improntare la nuova programmazione LEADER, anche in funzione della valorizzazione e capitalizzazione di interventi e progettualità già realizzate sul territorio. Hanno risposto positivamente in 72. I tavoli di animazione territoriale che hanno coinvolto gli enti locali, Comuni e Unités e gli operatori e associazioni del settore privato, hanno poi confermato questi orientamenti, permettendo inoltre di delineare con maggiore dettaglio i fabbisogni in termini di tipologie di interventi e iniziative necessarie e di orientare quindi la definizione specifica delle azioni e relative misure attivabili.
D: Come si può quantificare questa esperienza?
R: L’intera operazione è durata alcuni mesi, ma è stata assolutamente un passaggio necessario per garantire la coerenza e l’integrazione della strategia con le politiche e le progettualità in corso a livello regionale, ma anche certamente per capitalizzare e valorizzare quanto realizzato nelle precedenti programmazioni, portate avanti dai precedenti GAL e dai progetti di sviluppo locale realizzati dai territori. Su questo siamo stati chiari sin da subito: non ci possiamo permettere di sprecare nemmeno un euro di quanto già speso in passato e messo in rete. E vorrei sottolineare , che la scelta di proporre il tema del turismo sostenibile è stata fatta per capitalizzare e mettere a sistema quanto già realizzato nel corso della precedente programmazione e di altri progetti realizzati. Limiteremo così i nuovi interventi in strutture e infrastrutture e un’eccessiva frammentazione delle iniziative, e ci concentreremo invece sulla messa in rete e sull’implementazione di modelli di gestione e sviluppo dei prodotti turistici in grado di coinvolgere attivamente il territorio. Penso soprattutto alla componente privata, per garantire un impatto concreto e diretto a livello locale e la sostenibilità nel tempo, anche al termine della programmazione e dei finanziamenti.
D: Cosa intende per ragionamento di sistema? E con quali interlocutori territoriali?
R: Il GAL Valle d’Aosta si impegnerà, con il coinvolgimento attivo degli amministratori e l’istituzione di specifici tavoli di lavoro, ad individuare dei modelli di buone pratiche, realizzate in alcuni territori, per valutarne la trasferibilità in altre aree. Questo anche per informare gli amministratori dei modelli sostenibili presenti e stimolarli a definire delle politiche e degli strumenti per contrastare i progressivi fenomeni di spopolamento e di desertificazione anche commerciale, per garantire servizi e funzioni di prossimità al cittadino anche nei comuni più in difficoltà.
Per invertire la tendenza in atto, occorre uscire dall’ambito territoriale del Comune e ragionare in termini più ampi, che corrispondano almeno alle Unités des Communes Valdôtaines. Il Comune di piccole dimensioni preso singolarmente può non risultare attrattivo per i turisti, occorre ragionare in termini di un’offerta di turistica che metta in rete un’area territoriale più ampia in grado di offrire servizi e attività diversificate per target oltre che peculiarità paesaggistiche, storiche, culturali enogastronomiche e di savoir faire differenti. Risulta quindi strategicamente opportuno legare ed unire in una rete di promozione turistica le aree particolarmente marginali con quelle più sviluppate al fine di innestare circuiti virtuosi. Per fare questo occorre incrementare le sinergie tra il settore turistico e il settore agricolo, concentrando le risorse e superando i particolarismi.
D: Come “terra alta”, in Valle d’Aosta l’agricoltura ha un ruolo fondamentale per la corretta gestione del territorio e del patrimonio ambientale, ma anche per lo sviluppo e il mantenimento dell’economia locale sul territorio. Eppure gli addetti del settore non hanno vita facile. Come coniugare tali esigenze?
R: Abbiamo riconosciuto l’importanza del settore agricolo nella nostra regione. Il GAL infatti ha previsto che il 50% dei progetti riguardino direttamente il settore agricolo. Ci muoveremo nello specifico in 3 direzioni, che abbiamo identificato come: “Investimenti nella creazione e lo sviluppo di attività extra agricole”, “Cooperazione di filiera per la creazione e sviluppo di filiere corte e dei mercati locali”, “Attività promozionali territoriali connesse allo sviluppo delle filiere corte”. Questi assi di lavoro sono assolutamente coerenti nel nostro progetto di sviluppo, che posso riassumere in 3 macro-punti: lo sviluppo delle filiere agricole e agroalimentari; la preservazione del paesaggio rurale; la valorizzazione dei beni ambientali e naturali e delle risorse culturali, architettoniche e tradizionali del territorio.
D: La strategia di sviluppo locale si deve declinare necessariamente in temi di lavoro, che – come ha chiarito – devono articolarsi su un progetto regionale già avviato, opportunamente integrandolo ed eventualmente perfezionandolo. Ci fa qualche esempio?
R: Quando, riferendomi al GAL, parlo di integrazione e di complementarietà, intendo che dobbiamo fare tutto il possibile per valorizzare la nostra offerta turistica già esistente, completando la peculiare “esperienza turistica rurale” a cui può accedere il turista che ci sceglie per le sue vacanze. Pensiamo alla “Bassa Via”, al progetto di “Rete dei beni culturali”, per la messa a sistema del patrimonio culturale a livello regionale, al Quadro Strategico Regionale riferito a tutta la programmazione dei fondi, alle strategie in corso di definizione per le Aree Interne (Bassa Valle e Grand-Paradis). Sono tutte iniziative progettuali in grado di avvicinare in modo diretto il turista alla realtà e tipicità valdostana, puntando sulle peculiarità e i tratti distintivi a carattere rurale e montano che caratterizzano il territorio e su modalità di fruizione dirette del territorio, che possono internazionalizzare la nostra offerta turistica valdostana. Qui la prospettiva è assolutamente di medio-lungo termine, il medesimo a cui tendono le strategie di sviluppo turistico regionali. Il nostro valore aggiunto sta allora forse proprio nell’accompagnare il territorio in un grande cambiamento culturale, connesso alla logica della rete, e alla maggiore responsabilizzazione e coinvolgimento del tessuto imprenditoriale privato.
D: Il turismo rurale che opportunità in più offre al territorio rispetto ad altri tipi di ospitalità?
R: Io penso che il nostro straordinario patrimonio naturale, paesaggistico e culturale debba proiettarsi nel futuro. L’approccio allo sviluppo turistico come motore di rivitalizzazione dell’area rurale e montana ha l’atout di portare con sé una forte impronta di sostenibilità, intesa come rispetto e salvaguardia delle risorse naturalistiche, paesaggistiche e produttive locali, ricerca dell’autenticità e recupero della tradizione, valorizzazione in chiave turistica delle peculiarità del territorio. L’integrazione tra la componente naturalistica, culturale e di eccellenza produttiva rappresenta appunto questa opportunità irrinunciabile che le nostre policy di sviluppo vogliono perseguire.
D: Il cambiamento implica la necessità di prendere su di sé delle scelte, di condividerle in una logica partecipativa col territorio, di rete. Forse quest’ultimo tema merita un approfondimento..
R: La nostra strategia individua come leva per lo sviluppo dei territori e di un turismo sostenibile la creazione di reti territoriali intersettoriali o settoriali. Il settore privato in fase di ascolto ed animazione ha evidenziato la mancanza di cultura di rete come un freno allo sviluppo, e poco può fare il “prodotto” turistico, in cui la bellezza del luogo in sé non è più sufficiente, se non viene declinata con le aspettative di un rinnovato turista, consapevole ed informato. La rete deve essere espressione di un’offerta turistica corale a beneficio del territorio, in questo senso, le imprese organizzate in rete possono essere un valido strumento per una visione d’insieme e allo stesso tempo innovativa dello svolgimento della funzione turistica. La figura centrale per lo sviluppo della rete è l’animatore, referente della rete che ricopre il ruolo di coordinatore e promotore individuato dalle aziende e incaricato di predisporre e concretizzare il progetto imprenditoriale.. E’ quindi auspicabile che queste persone abbiano contatti attivi con le aziende, con gli operatori turistici con le associazioni culturali del territorio di riferimento. Il GAL potrà in collaborazione con gli Assessorati e con le proposte progettuali già in essere di prevedere la partecipazione di queste persone a corsi di specializzazione o di attivare direttamente una formazione specifica per accrescere le competenze degli animatori, rispetto a temi come il project management, il marketing territoriale..
D: Abbiamo parlato strategie di sviluppo, di sostenibilità, di rete. Si tratta di obiettivi sicuramente sfidanti, m anche relativi a un ragionamento più ampio, valoriale, a lungo termine. Se dovessimo individuare degli obiettivi specifici a cui tendere, quali indicherebbe?
R: Ne esemplificherei tre. Il primo: favorire la creazione di reti territoriali private, tra attori economici operanti sul territorio. Costruiamo un sistema privato di offerta turistica territoriale e sostenibile, basato sulla creazione e messa in rete di servizi dedicati al target turistico e sulla valorizzazione della realtà locale, intesa come risorse naturalistiche, culturali, produttive e tradizionali, all’interno di un prodotto integrato in linea e in piena coerenza con l’offerta complessiva regionale.
Il secondo: realizzare “prodotti turistici territoriali” collegati alle reti. Saranno le reti stesse, nei propri “piani d’impresa”, a identificare gli interventi necessari perché il sistema turistico locale sia pronto ad offrire il prodotto turistico individuato, sia da parte di aziende singole coinvolte nella rete (interventi di diversificazione, introduzione di nuovi servizi e strutture per il turista…), sia da parte degli enti locali, in particolare le Unités su cui insistono le reti (quali interventi di miglioramento dei percorsi outdoor e della comunicazione collegata, realizzazione di nuovi servizi turistici, valorizzazione del patrimonio edilizio rurale come sede di riferimento per la promozione turistica e del territorio…). Il GAL supporterà lo sviluppo dei prodotti attraverso una serie di bandi, rivolti a privati e enti locali, per la realizzazione concreta degli interventi. Nota bene: in questo ambito rientra anche lo sviluppo parallelo di interventi di filiera corta, rivolte alle aziende agricole e agroalimentari, per favorire la cooperazione in rete e promuovere una più ampia promozione e visibilità delle produzioni agroalimentari locali, attraverso la vendita diretta produttore-consumatore, una maggiore presenza e distribuzione dei prodotti locali presso gli esercizi turistici e commerciali locali e iniziative promozionali ad ulteriore arricchimento e completamento dell’offerta territoriale e turistica.
Il terzo obiettivo: promuovere i prodotti di turismo rurale sostenibile di area GAL. Un’ulteriore azione a regia, volta a garantire la coerenza e il coordinamento delle iniziative sviluppate, riguarderà infatti l’organizzazione e la messa a sistema di tutte le informazioni relative all’offerta outdoor e ai prodotti di turismo sostenibile dell’area, al fine di creare una base omogenea di dati e informazioni e di relazionarsi con l’Office Régional du Tourisme e il sistema turistico regionale… anche in riferimento ai piani di comunicazione e marketing che saranno sviluppati nell’ambito dei due progetti strategici, Bassa Via e Rete dei beni culturali.
D: Un’altra domanda riguarda gli aspetti innovativi del processo e del prodotto di una strategia che si basa sul coinvolgimento attivo e sull’iniziativa della componente privata imprenditoriale nell’attivazione dello sviluppo, è elemento di novità e vettore di cambiamento culturale. Ce ne vuole parlare?
R: Su questo aspetto la strategia del GAL va ad agire in modo diretto, stimolando, accompagnamento e seguendo lo sviluppo di reti a carattere settoriale o intersettoriale, che raggruppino quindi diversi soggetti che concorrono alla costruzione di un prodotto turistico, e fornendo gli strumenti organizzativi, formativi e finanziari necessari alla creazione e allo sviluppo efficace delle aggregazioni. Un ulteriore elemento fondamentale di innovazione, sempre in un’ottica di sinergia e rete territoriale, è quello del confronto pubblico–privato, nella definizione e sviluppo condiviso di obiettivi, interventi e iniziative, in modo che i prodotti che si andranno a creare siano espressione concreta del territorio, in tutte le sue componenti. Infine, rispetto al prodotto che si andrà a realizzare, guardiamo a un’offerta di turismo rurale sostenibile, integrata con il sistema di offerta turistica regionale, così come l’analisi preliminare si è basata sulla ricognizione degli studi esistenti e in particolare sul Piano di marketing turistico regionale, nella quale individuare gli elementi di innovazione in termini di servizi, modalità di approccio e di relazione con il turista che permettano la creazione di prodotti turistici nuovi, in grado di essere competitivi e appetibili per un target specifico, non solo di turismo di prossimità e nazionale, ma con una maggiore apertura verso la domanda internazionale, obiettivo condiviso anche dalle varie politiche e strategie di sviluppo turistico a livello regionale. A tal fine occorrerà approfondire il carattere dell’esperienzialità e la possibilità di inserire elementi di innovazione, anche tecnologica e di strumenti di comunicazione e di servizio, per migliorare e qualificare i prodotti turistici.
D: Ultimo quesito. Come gli interventi diversi interagiscono con i vari attori e, eventualmente, come i progetti favoriscono una logica di rete?
R: L’intero nostro impianto strategico si fonda sull’affermazione di una “cultura di rete” e di un approccio di collaborazione su diversi livelli, rilevato dall’analisi e dall’ascolto degli attori del territorio come una carenza significativa diffusa sul territorio regionale, che interessa in modo particolare il mondo privato. Si tratta quindi di una sfida importante che il GAL Valle d’Aosta affronterà, accompagnando il territorio in questo processo di cambiamento che potrà potenzialmente generare un significativo impatto dal punto di vista del valore socio- economico generato, della riuscita e della sostenibilità nel tempo delle iniziative.
La fase della predisposizione dei piani d’impresa delle reti rappresenta quindi ancora una volta un momento fondamentale di confronto e cooperazione tra i diversi attori locali, che vedrà un ruolo centrale nella figura dell’animatore delle reti, quale referente per il coordinamento e lo sviluppo dei piani, e del GAL attraverso l’attività di animazione e concertazione che accompagnerà tutta questa fase, garantendo il raccordo con le istituzioni locali territoriali dell’area coperta dalle reti. In generale, infine, tutto il piano di animazione che il GAL andrà a realizzare durante l’intero periodo si pone quale obiettivo principale quello di garantire il confronto e la concertazione territoriale, tra enti e settore privato, per garantire che le diverse iniziative vengano definite nel contesto di una cornice strategica e programmatica condivisa a livello territoriale più ampio – e lo ribadisco – superando frammentazioni e particolarismi che rischiano di ridurre l’efficacia e l’impatto delle iniziative.
