L’Institut Agricole Régional ha ospitato venerdì 12 gennaio la presentazione del volume “Mondi montani da governare“, edito da Aracne editore.
Il volume è stato curato da Roberto Louvin, Professore Associato di diritto pubblico comparato presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria e presenta al suo interno diversi contributi che ritengo interessanti, perché attorno al tema del governo dell’area montana ha raccolto voci di giuristi, storici, economisti, antropologi, architetti ed esperti di scienze forestali. Fra di esse ho trovato diversi spunti di riflessione che penso sia importante condividere.
Ho infatti partecipato al dibattito come amministratore di montagna, che riconosce nel sistema della Montagna uno spazio che deve necessariamente uscire da una sorta di marginalità in cui si trova, per doversi motivi, e che soprattutto deve riscoprire e rivendicare attivamente i suoi punti di forza e la sua centralità sociale, culturale, ambientale, economica e politico–amministrativa.
Penso che si parli troppo poco di Montagna, forse perché sui tavoli dei decisori politici nazionali ed europei non siamo abbastanza presenti. La nostra missione è allora quella di cercare di uscire quanto prima da questo “cono d’ombra”, lasciando da parte eventuali vittimismi e timidezze, e rendere la Montagna protagonista di politiche pensate per il suo sviluppo.
Ritengo infatti che ci siano tutti gli strumenti conoscitivi e metodologici per procedere in tal senso, anche tenendo conto di come siano tante “le Montagne”: in Italia non ci sono solo le Alpi, ma anche gli Appennini, così come in Europa vari massicci montuosi. Questi territori ciascuno con le proprie diversità e potenzialità ambientali hanno oggi la possibilità di essere protagonisti.
Ma occorre innanzitutto e, soprattutto, in questo momento in cui si parla prevalentemente di deficit,di costi, di equilibri finanziari, riportare al centro dell’attenzione un problema di cui non si dibatte abbastanza, quello delle pari opportunità di democrazia per i nostri territori.