Nei dibatti politici nazionali hanno particolare rilievo gli argomenti economici: si parla di bilanci, di efficienza dell’azione amministrativa, dell’uso delle risorse pubbliche e ovviamente della politica fiscale.
Anche in Valle, i soliti “Haters seriali” si lanciano in critiche dissennate “sull’uso” dell’ Autonomia, senz’altro si sono commessi degli errori, ma seguendo questi haters si rischia di “buttare via il bambino con l’acqua sporca” e quest’atteggiamento mi sembra non sia un contributo costruttivo per migliorare la gestione della nostra Autonomia.
Per verificare i risultati raggiunti con la nostra Autonomia, è sufficiente attraversare la nostra Regione e verificare cosa si è fatto in questi anni.
Provate ad andare a Doues o Gaby o visitare comuni come Arnad, Saint-Marcel, Valsavarenche, Oyace, Torgnon, Nus, Fénis tanto per elencarne qualcuno e troverete in tutti questi paesi la presenza di servizi primari e esempi d’investimento pubblici di prim’ordine: moderna viabilità, centri storici ristrutturati con cura e attenzione, edifici scolastici moderni, esempi di moderna razionalizzazione agricola, presidi sociali e sanitari all’avanguardia. Tutti questi interventi pubblici, hanno garantito la presenza di comunità vive nelle nostre Valli, cosa non scontata in Italia ed in Europa, è sufficiente recarsi nelle Vallate alpine del Piemonte per rendersene conto.
Per raggiungere questi risultati, le pubbliche amministrazioni: comuni e regione hanno dovuto affrontare dei costi maggiori rispetto alle comunità urbane.
In effetti i costi in montagna sono maggiori ed aumentano per tanti motivi, i più legati alle difficoltà orografiche, alla distanza dai grandi centri di distribuzione ed alle ridotte operatività dei cantieri per le particolari situazioni meteo.
Ma questi costi maggiori, noi amministratori, abbiamo l’obbligo di gestirli e di affrontarli.
Perchè il nostro compito principale è quello di garantire gli stessi livelli di servizio e di qualità della vita e quindi lo stesso grado di democrazia ai nostri cittadini-montanari.
Un “égalité des chances” che a Roma come Bruxelles i rispettivi parlamenti si dimenticano troppo spesso di applicare nell’elaborazione di leggi e regolamenti.
Questo gap di democrazia può diventare ancora più penalizzante per le popolazioni alpine, oggi con lo sviluppo delle nuove tecnologie. Anche in questo caso, vista la poca appetibilità economica delle aree montane per i grandi operatori delle comunicazioni, gli amministratori e la politica, devono investire sul territorio risorse pubbliche per superare certi gap di sviluppo, così come lo stiamo facendo nella nostra Valle per la diffusione della banda larga.
I Valdostani, gli studenti, gli imprenditori dei nostri Comuni devono avere la stessa possibilità di accesso alla rete con la medesima velocità, dei centri urbani per poter avere le stesse chances di essere protagonisti del loro futuro.
Ed in questo periodo di campagna elettorale dobbiamo essere seri e rifiutare la pratica delle facili promesse soprattutto in materia fiscale. In questo momento storico penso sia più serio cercare di garantire che le tasse le pagheremo tutti e che le risorse non verranno sprecate, e soprattutto con queste risorse garantire servizi e progetti d’investimenti per garantire ai Valdostani Egalité des Chances.