L’Union Valdôtaine non si è mai accontentata dello status quo e del quotidiano. La sua ragione d’essere è sempre stata quella di migliorare il vivere in Valle d’Aosta, migliorando le condizioni culturali, familiari, sociali, economiche e ambientali di tutti i Valdostani. Il miglioramento delle condizioni di vita di coloro che compongono e plasmano la Valle d’Aosta non può però essere realizzato con uno spirito di immobilità o peggio di disimpegno.
In questi tempi, la gente della Valle d’Aosta, è prigioniera di questo stato di attesa, spogliata molte volte delle sue leve decisionali, sia per inerzia ed elevata conflittualità politica/personale della sua classe politica, sia per una politica sempre più centralizzatrice dello Stato e, di conseguenza la nostra gente, gli Unionisti, si stanno rassegnando ad accettare l’inaccettabile.
L’inerzia, a cui ci hanno condotto le non decisioni della politica, negli ultimi anni, è responsabile del periodo di disaffezione che la Valle d’Aosta, sta vivendo attualmente nei confronti delle sue istituzioni democratiche. E ‘giunto il momento di fare gesti forti per migliorare la salute della nostra democrazia e arricchirla, in modo che la vita civica ridiventi il perno dei nostri rapporti. Per fare ciò, dobbiamo promuovere una migliore conoscenza delle nostre istituzioni democratiche, riformare il sistema di voto e avvicinare i rappresentanti eletti ai loro elettori promuovendo nuovi modi di governo partecipato e garantendo un approccio meno partigiano alla politica.
Perché i Valdostani abbiano fiducia nella Valle d’Aosta e nella nostra democrazia, devono essere certi di essere ascoltati. Il nostro sistema di governo che è alla base del nostro vivere civile deve essere più vicino ai Valdostani per permettere di giungere ad una risoluzione efficace e giusta dei problemi che attanagliano la nostra Valle: dai problemi dei rapporti con lo stato, ai problemi della sostenibilità della nostro sistema economico, al miglioramento del nostro sistema sanitario e di welfare, alla creazione di un sistema educativo e di formazione sempre più bilingue ed europeo, allo sviluppo di politiche ambientali e di sviluppo sostenibile che affrontino la grande sfida mondiale dei cambiamenti climatici, tutto ciò nel rispetto dell’equità e della difesa della nostra Autonomia.
Dobbiamo ricreare una Valle d’Aosta forte al servizio della democrazia, per ottenere ciò il nostro prossimo Congresso dovrà affrontare un ’analisi corretta e non “passionale” delle cause del recente scarso risultato alle elezioni regionali. Ritengo però che ormai le cause siano note a tutti ed esse risiedano nell’elevata conflittualità politica/personale, all’interno del nostro movimento e della compagine governativa e soprattutto perché il nostro movimento ha perso più tempo ed energie a discutere “sul chi fa che cosa” , che non su “che cosa facciamo per la Valle d’Aosta”. I dibattiti sul passato, non mi appassionano, credo infatti che il nostro dibattito congressuale debba essere maggiormente incentrato sulla creazione di una nuova proposta condivisa per la nostra Valle d’Aosta Autonoma.
Ma mi pare che i tempi di questo prossimo Congresso, saranno più dedicati a cercare “Chi” sarà il nuovo Presidente dell’Union e non ad elaborare e dibattere “Cosa” farà l’Union Valdotaine per i prossimi 5 anni in Valle D’Aosta. Siamo infatti a meno di un mese dal Congresso e tutto tace…tacciono gli eletti, tace la commissione dei saggi, tace il Movimento, difatto commissariata…Alcune sezioni, meno male però lavorano…
