Ancora su #Territorio #cambiamentoclimatico

Dopo aver scritto alcune riflessioni sui cambiamenti climatici e territorio, ho ricevuto queste considerazioni, che condivido con chi mi legge…
Il territorio della Valle d’Aosta è particolarmente vulnerabile e più di altri risente degli effetti dei cambiamenti climatici.  Lo scioglimento dei ghiacciai ed il conseguente depauperamento della risorsa idrica, lo scongelamento del permafrost, l’instabilità dei versanti in presenza del regime quasi “tropicale”  delle piogge sono solo alcuni esempi che testimoniamo di come questo ambiente sia meritevole di attenzione e di cura.
E’ pertanto necessario che anche la nostra regione faccia la sua parte nel mettere in atto azioni di contrasto ai cambiamenti climatici e contemporaneamente misure per ridurre o prevenire le situazioni di degrado ambientale.
E’ infatti proprio nella integrità del territorio che risiede la ricchezza per la comunità valdostana. Ricchezza che si manifesta in termini paesaggistici, di risorse, di appeal turistico. E quindi integrità è anche e soprattutto valore economico.
Come agire? Con politiche di governo del territorio improntate alla consapevolezza che salvaguardare il territorio e le sue risorse naturali, ridurre le fonti di pressione  non sono una limitazione allo sviluppo ma, al contrario, la leva per rilanciare l’economia. Suolo libero, elevati standard di qualità nelle matrici ambientali,  sono dunque obiettivi a cui tendere con tenacia e convinzione.
E’ importante operare per diffondere una cultura ambientale solida, che sia fondata sulla conoscenza e non in balia di slanci emotivi. Da dove partire?
Da questo punto di vista l’Università della Valle d’Aosta potrebbe svolgere un ruolo molto importante, avviando percorsi formativi in discipline scientifiche creando una rete virtuosa con le realtà di ricerca e produttive operanti nella regione e rafforzata dalla presenza di un territorio che è in senso positivo un vero e proprio laboratorio.
Settori artigianali e industriali collegati alla tutela dell’ambiente potrebbero essere sviluppati o crescere ulteriormente. Basti pensare alla bioarchiterrura e bioedilizia dove proprio il risparmio energetico, l’uso di nuove tecnologie impiantistiche o di materiali offrono particolari vantaggi in un constesto alpino.
Perchè da noi non può svilupparsi una realtà come la RUBNER o simili? dalla progettazione alla realizzazione passando per la fornitura o produzione di materiali edili sostenibili si creerebbero posti di lavoro che coinvolgerebbero profili di alta professionalità e qualifica.  A loro volta queste realtà produttive potrebbero entrare in una rete di ricerca applicata in stretta collaborazione con l’università.
La politica potrebbe trovare modalità di indirizzo non tanto in termini assistenzialistici attraverso la distribuzione di contributi, quando nel delineare politiche di sviluppo. Un  tiepido tentativo di indirizzo verso una nuova qualità dell’edificato fu fatto con gran fatica con la legge casa dove si associava il premio volumetrico all’uso di tecniche costruttive ambientalmente più compatibili. Ora andrebbe dato uno slancio più forte.
Il turismo stesso dovrebbe puntare sulla integrità del territorio come elemento qualificante dell’offerta turistica. Con un progetto unitario che unisca la bellezza paesaggistica alla qualità dei prodotti dell’agroalimentare. Sposando quella tendenza culturale (e moda) che premia il concetto di turismo sostenibile.
In passato si sono disprezzate queste logiche, che  gli addetti al lavoro avevano ben colto. Una gestione eco-sostenibile di una struttura turistica oggi è elemento qualificante e apprezzato: uso di fonti rinnovabili per il riscaldamento, riduzione di imballaggi, riciclo dei rifiuti…..
Tutte queste azioni sono esempi di declinazione della lotta ai cambiamenti climatici oltre che alla riduzione degli impatti a scala locale.
Mi rendo conto di scrivere ovvietà perchè da altre parti (vedi Trentino) questi percorsi sono già stati avviati con risultati positivi in quanto hanno ridotto il problema dell’occupazione soprattutto giovanile e qualificata.
Credo che l’UV possa proprio in questo momento di perdita di consensi fare una svolta significativa. E’ chiaro che si tratta di dare spazio a logiche diverse e a figure diverse.

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