Valdostani : Montanari, Montanari nò.

Consiglirei al Presidente dell’associazione impianti a fune Fournier, un po’ di prudenza, prima di trarre conclusioni affrettate sui dati, comunque interessanti ed in un certo verso preoccupanti,rilevati dall’associazione impianti a fune.

Certe dichiarazioni, riportate da alcuni organi di stampa, sono un po’ “veloci” “ I valdostani sciano poco”. “E se non conoscono il territorio anche le scelte della Regione in termini di investimento non vengono capite”. “La Valle d’Aosta è sicuramente una regione di montagna, ma i valdostani ho dei dubbi siano montanari”, e se posso permettermi queste dichiarazioni sono poco efficaci per attrarre nuovi clienti, del cosiddetto mercato interno, per un industria importante che crea lavoro e ricchezza per la Valle D’Aosta.

Sopratutto non mi addentrerei in giudizi sulla conoscenza o meno dei suoi concittadini, delle poltiche ed investimenti regionali,,terreno alquanto periglioso, sarebbe sufficiente ricordare il risultato di certi referendum.

Per tornare sul punto Valdostani, Montanari si, Montanari Nó.

Ritengo che I Valdostani siano dei montanari forse non secondo gli stereotipi di un tempo  e siano orgogliosi di vivere in una terra bellissima, che però come il resto del mondo, vive anch’essa, ed ha vissuto in questi ultimi anni, fenomeni complessi, anche se forse attutiti , fenomeni come : una pandemia epocale , i cambiamenti climatici, la crisi economica e poi l’elenco si farebbe lungo. I valdostani, quindi, si sono dovuti confrontare con problemi un po’ più delicati del solo  “vado o non vado a sciare”

I Valdostani conoscono il loro territorio, senz’altro la conoscenza è da migliorare , ma non la legherei al fatto che sciino poco quindi non conoscono la Valle.

Vorrei invece sottolineare  e pensare al successo che hanno avuto e che hanno in questi anni, tra i Valdostani le gare estive di Sky running, attraverso le nostre montagne, anche in luoghi non così à  la page. Oppure per uscire dall’ambito sportivo, sono interessanti i numeri dei giovani che si avvicinano alle professioni della montagna.

Come poi dimenticare, i giovani che troviamo ancora nel settore agricolo, dalla viticoltura all’allevamento ed al turismo. Giovani che animano le nostre tradizioni come la Bataille des Reines, ma conducono aziende moderne e razionali. Oppure giovani dell’institut agricole e dell’école hôtelliere che si cimentano per esempio nella ricerca ed in concorsi internazionali, usando i prodotti del nostro territorio con ottimi risultati.

Ancora giovani donne che ricoprono incarichi importanti nel mondo agricolo, insomma tutti giovani che si confrontano con il territorio e sopratutto cercano di capirlo. Interessante e da meditare è  infine, tra i vari dati enucleati dall’associazione impianti a fune, è il dato dei giovani studenti che partecipano alla “giornata sugli sci”. Di questi il 54 % preferiscono l’attività dello sci nordico.Questo dato è forse  la spia di due fattori: senz’altro uno è economico, infatti lo sci nordico è uno sport meno caro, il secondo, sempre lo sci nordico è uno sport che permette un approccio alla natura diverso e più vicino alle loro sensibilità.

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