MONTAGNA 2030. VERSO IL PNRR E LA LEGGE DI BILANCIO 2021

Le proposte dell’Uncem al Parlamento e al Governo 

Uncem in qualità di componente del Comitato interministeriale Affari europei ha già avanzato a inizio ottobre 2020 al Governo e al Parlamento una serie di proposte in vista del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, per l’accesso alle risorse UE del Next Generation UE, il “Recovery Plan”. 

Uncem ha sottolineato al Governo, al Parlamento, alla Conferenza delle Regioni le urgenze che nascono anche dal lavoro svolto negli Stati generali della Montagna, avviati nel luglio 2019 a Roma e proseguiti sino a luglio 2020 in diverse tappe di incontro e dialogo con i territori e tutti gli stakeholder, pubblici e privati. Molti temi sono stati analizzati nel corso dell’Assemblea congressuale Uncem del 24 e 25 ottobre 2020. 

Le geografie, gli spazi, i luoghi, non andranno tralasciati quale elemento centrale per la riduzione delle sperequazioni territoriali e delle disuguaglianze. Sappiamo che alle polarizzazioni Nord-Sud, si unisce lo scarto tra aree urbane e montane, che le risorse europee dovrà colmare. Nelle Alpi e negli Appennini, investire fondi e programmare azioni specifiche sugli assi della sostenibilità e dell’innovazione, genera coesione. Generare crescita nei territori rurali e montani va a vantaggio di tutti. È una certezza che chiediamo sia alla base anche della legge di bilancio 2021, nel dare risposte alla crisi legata alla pandemia e alla crisi climatica. 

Nella crisi che stiamo vivendo, connessa alla pandemia, è importante per le Istituzioni tutte dare risposte commisurate ai bisogni diversi che le comunità esprimono. Questa diversità permette di riconoscere le esigenze delle comunità, commisurando le risposte per ridurre le disuguaglianze sociali e le sperequazioni territoriali. 

Giovanni Barocco. Consigliere Nazionale Uncem

Istanze al Governo e ai parlamentari  per il PNRR e in vista dell’esame della legge di bilancio 2021: 

1. Innovazione e Infrastrutture digitali. La mancanza di reti non permette di garantire servizi a tutti i cittadini, indipendentemente dal domicilio. Il Piano nazionale banda ultralarga finora non ha dato i risultati attesi. Troppe aree sono senza buone linee, anche per la telefonia mobile. Oltre alla “rete unica”,
secondo Uncem importantissima, occorre una efficace “Agenda digitale per la montagna” che risponda alleurgenze dei territori in particolare per collegare in rete tra loro i Comuni (decisivo per la collaborazione tra gli Enti, e le Unioni stesse), per telemedicina, teleassistenza, teledidattica e telelavoro, che oggi sono preclusi per mancanza di connettività a buona velocità. 

2. Lavoriamo sul Green, sulle green communities nell’attuazione della legge 221/2015. Sostenibilità – come richiamato più volte dalla Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Layen – vuol dire incontrare territori, con le risorse naturali, e le comunità che vivono nei luoghi. Nasce da questo binomio un vero e concreto “Green New Deal” per il Paese. Le aree montane sono le prime ad affrontare i cambiamenti climatici: servono adeguate risorse e competenze, “capitale umano” per la valorizzazione dei “capitali naturali” dei territori. Occorre attuare in tempi rapidissimi la Strategia forestale nazionale con le opportune risorse, per dare un senso a 11 milioni di ettari di bosco, come previsto dal Testo unico forestale. Un terzo dell’Italia è bosco, gran parte oggi improduttivo e poco “protettivo”. Si parte dal finanziamento di “segherie di valle”, oggi assenti dai fondovalle alpini e appenninici; devono essere incentivate le costruzioni in legno, Nzeb, anche con defiscalizzazione sulle costruzioni in legno, sul modello del “Superbonus” per le ristrutturazioni, da estendere fino al 2027. Sul dissesto idrogeologico, accompagniamo un piano di investimenti che riparta dai borghi e dalla valorizzazione della superficie agricola, ridottasi di un terzo nell’ultimo ventennio. Green e smart vogliamo essere. Territori e Montagne intelligenti e sostenibili, a prova di futuro, in dialogo con le aree urbane e metropolitane 

3. I “borghi” italiani sono stati oggetto di importanti flussi, di persone, di investimenti, di nuova economia, di attenzioni ed elaborazione politica e culturale. Uncem li sta mappando, per far incontrare domanda e offerta di nuova residenzialità. I borghi alpini e appenninici non sono solo destinazione turistica. Hanno necessità di progetti di rivitalizzazione che tocchino commercio, imprese, incentivi per la residenzialità. 

Il Recovery Fund deve andare in questa direzione. Per un piano nazionale di recupero del patrimonio edilizio esistente nei borghi alpini ed appenninici, nelle isole, attraverso l’applicazione dei criteri ambientali minimi, dei bonus fiscali per i cittadini e delle più moderne e innovative tecniche di architettura. 

4. I LEP devono essere realtà. In Italia di discute da 20 anni di come attuare il Titolo V della Costituzione, che prevede i “livelli essenziali delle prestazioni“. Devono tener conto della peculiarità montagna come area di sovracosti strutturali permanenti che devono essere garantiti per il diritto di cittadinanza. 

5. I territori montani, con i Comuni che lavorano insieme, hanno anticipato “dal basso” i cambiamenti anche nell’offrire servizi. Vanno sostenuti. Nello slogan “Una ambulanza e un medico (e un pediatra) di base in ogni comune” c’è la volontà di ricostruire un nuovo welfare pubblico – a partire dalla sanità territoriale, come imparato dal covid19 – che colmi i divari strutturali storici del vivere in montagna, agendo su scuola, sanità, trasporti, socio-assistenziale, servizi. Comunità al centro, con le “cooperative di comunità”, con le “comunità energetiche”, ad esempio. Nuovo welfare da concretizzare grazie 

al Recovery Fund. Sanità e assistenza trovano sintesi nelle “case della salute”, nelle “farmacie dei servizi” per tutti i territori e anche in una nuova assistenza in emergenza che riduca i tempi di trasporto dalle valli verso gli ospedali delle città 

6. L’Europa ci chiede le riforme. Il Recovery Fund è la più grande azione di programmazione economica degli ultimi anni, e sui territori potrà essere applicato solo con l’azione fondamentali dei Comuni e il ruolo essenziale dei Sindaci. Lo sviluppo locale va programmato nella logica della legge 158/2017, attribuendo ai Comuni associati la funzione operativa, evitando colli di imbuto statali o regionali. Ecco dunque che la legge 158 sui piccoli Comuni è la cornice giuridica sulla quale “appoggiare” l’applicazione del Recovery Plan per le montagne. Anche una riforma degli Enti locali, della pubblica amministrazione deve esser volta a rafforzare le Autonomie territoriali, nel quadro di una autonomia differenziata regionale. Il sistema di piccoli Comuni, cardine del Paese, ha bisogno di essere rafforzato nella capacità di lavoro congiunto, tra gli Enti, in particolare per organizzare servizi e sviluppo socio-economico. 

7. Uncem richiama l’urgenza di un filo rosso che unisca investimenti pubblici – del Recovery Fund, della legge di bilancio 2021, delle Regioni, della nuova programmazione 2021-2027 – e azione delle imprese. Le aziende pubbliche (Enel, Eni, Anas, Ferrovie dello Stato, Rfi, Terna, ecc.) devono investire in montagna creando valore sociale e non solo finanziario, impegnando risorse e competenze per la transizione energetica ed ecologica. Questo vale guardando alla positiva esperienza fatta negli ultimi due anni con Poste Italiane, chiudendo storici conflitti e aprendo una nuova stagione. Quello è il modello. Che deve essere concreto e carico di investimenti, con una strategia chiara e stabile. E su questo fronte, si innesta anche il lavoro per far sì che i colossi del web – dell’e-commerce e dei servizi – che solcano i territori offrendo “à la carte” quello che i territori montani non hanno più a causa di abbandono e desertificazione commerciale (300 Comuni in Italia senza un negozio e senza un bar non possono sfuggire nell’elaborazione del PNRR), paghino le opportune imposte anche in Italia. Consentendo ad esempio di introdurre una valida e stabile fiscalità peculiare e differenziata per imprese e comunità che tengono in vita le aree montane, a vantaggio di tutti. 

8. Generare Politiche di compensazione e perequazione territoriale. Uncem ritiene prioritario – in sinergia con Anci, Upi, Ali, Conferenza delle Regioni – introdurre misure compensative e perequative regionali a favore delle zone montane fortemente penalizzate da un minore o scarso gettito erariale e aventi maggiori costi per la gestione dei servizi. Fare della leva fiscale – attraverso un sistema di detrazioni e incentivi, di fiscalità peculiare e differenziata per i territori – uno degli strumenti attivi per favorire la residenza delle famiglie e la permanenza delle imprese nei territori di montagna. Individuare un sistema chiaro di sgravi fiscali per le aree montane, che sostenga le piccole e medie imprese, chi vuole insediarsi e chi vi opera da sempre. Individuare anche un sistema di incentivi per la residenzialità nelle aree montane, in particolare per famiglie che scelgono di abitare nelle zone montane. Favorire la nascita di “imprese di comunità” capaci di rigenerare i paesi e i territori. Il fondo nazionale di 4,6 miliardi previsto nella legge di bilancio consenta di ridurre sperequazioni e fare investimenti anche nel sistema delle infrastrutture, lasciando ai territori la scelta degli assi sui quali agire. In primis vi è l’urgenza un Piano Nazionale per la manutenzione straordinaria della viabilità minore. 

9. Difesa del suolo, rivitalizzazione post-sisma e messa in sicurezza del territorio. La cura del territorio è prioritaria. Sono urgenti nuove leggi regionali sulla difesa del suolo (per superare anse cariche di burocrazie, la “Galasso” e troppe ingessature in appalti e lavori), articolati e investimenti per la definizione del piano pluriennale della pianificazione, della prevenzione e messa in sicurezza del territorio, l’elaborazione e approvazione di provvedimenti legislativi per la qualificazione del patrimonio forestale e la gestione attiva del bosco e delle filiere, anche per la valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali derivanti dalla gestione attiva e dall’assorbimento di CO2. Ciascuna Regione deve introdurre una norma che preveda lo stanziamento di una percentuale della tariffa dell’acqua potabile (i bacini più grandi si trovano nei territori montani) e del ciclo idrico integrato, per i piani di manutenzione ordinari del territorio gestiti dagli Enti montani in accordo con la Regione. Questa è una forma di compensazione per la risorsa messa a disposizione dell’intera collettività e allo stesso tempo di prevenzione del dissesto idrogeologico. Nelle aree del sisma, sono necessari piani di rivitalizzazione dei borghi (in accordo con il Commissario di Governo) per una ricostruzione nella quale avere comunità attive che definiscano il loro percorso di futuro. Uncem chiede di essere parte dei tavoli che per legge si stanno occupando di ricostruzione e rigenerazione dei territori, anche in vista di un “Decreto emergenze e messa in sicurezza” che avrà necessità di una forte accelerazione. 

10. Attuare Politiche e valorizzare Enti territoriali, imprese, comunità. Qualsiasi Politica per i territori si attua in forte dialogo, concreto e continuo, con il sistema di Enti territoriali, con le imprese, il terzo settore,le  comuunità tutte che operano sui territori. È un punto fermo anche nelle azioni che riguardano pandemia, misure per contenere il contagio, azioni di protezione individuali e delle comunità. Le aree montane del Paese hanno urgenze e specificità da riconoscere. L’Articolo 44 della Costituzione è il nostro punto fermo, deve essere il vettore di politiche regionali che scelgono soluzioni e decidono di non mettere in un angolo le politiche per le Montagne. Siano al centro delle Agende. Le Montagne non sono un residuo e non hanno bisogno di assistenza. Spopolamento, abbandono, desertificazione si combattono con cultura, pianificazione, investimenti, scientifica attenzione alle dinamiche sociali, demografiche, climatiche, economiche. Pensiero e Azione che vanno condivisi con l’intero sistema istituzionale, preziosissimo. La Montagna genera segni di fermento. Credere nel “Noi” è la migliore fonte di politiche inclusive che danno speranza e fanno sentire tutti parte di una Comunità. 

9 novembre 2020 

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